mercoledì 25 marzo 2009

Quel giorno, in cielo

Un giorno il Padre decise di convocare il consiglio di famiglia, e disse al Figlio e allo Spirito Santo: "Ho compassione dell'umanità che ho creato, meglio, che abbiamo creato (dal momento che noi decidiamo sempre tutto insieme e facciamo tutto insieme). Li abbiamo creati a nostra immagine e somiglianza perché potessero vivere in comunione con noi; ma loro hanno preferito allontanarsi da noi e vivere per conto loro. Ma io non posso vivere senza le mie creature, senza i miei figli. Allora, chi si offre ad andare sulla terra, per cercarli e riportarli a casa? Li voglio salvi, qui con me. Ho mandato a loro i miei servi, i profeti, ma loro non li hanno ascoltati. Ma, nonostante ciò, non mi rassegno. Ho un'idea: uno di noi dovrebbe diventare uno di loro, cosí che, vedendolo simile a loro, possano provare nostalgia. Se siete d'accordo, ho già preparato un corpo".

Il Figlio rispose: "Padre, io sono tuo Figlio, come loro; essi sono miei fratelli. Quando li hai creati, tu guardavi a me; per cui dovrebbero riconoscermi. Sono pronto a tutto; se c'è bisogno, sono disposto anche a dare la vita per loro. Ecco, io vengo per fare la tua volontà".

Poi intervenne lo Spirito Santo: "Non preoccuparti, non starò a guardare; farò la mia parte. Stenderò la mia ombra sulla donna che hai scelto come sua madre, perché possa concepirlo e darlo alla luce. Dopo la sua nascita, non lo lascerò mai solo; starò sempre con lui, in modo che possa compiere la sua missione. Quando poi l'umanità sarà stata ritrovata, sono disposto a rimanere sempre con loro. Per quanto mi riguarda, va bene; possiamo cominciare".

E il Verbo si fece carne, e venne ad abitare in mezzo a noi.


(tratto da iPaul, Newsletter del "Saint Paul Scholasticate", Natale 2006)