venerdì 13 marzo 2009

Una lettera

Cari amici, mi scuso, ma sono stato fuori tutto il giorno, per cui non posso, come promesso, fare un commento alla lettera del Papa ai Vescovi sulla revoca della scomunica ai quattro Vescovi lefebvriani. Vorrei però condividere con voi una lettera ricevuta questa mattina da una lettrice terziaria domenicana.


Sono Caterina63 e mi sono messa in lettura nel suo blog. Sono una laica domenicana, sposata da 25 anni quest'anno, e abbiamo due figli; sono catechista da 20 anni. Mi diletto nella rete, con tutti i miei difetti, a cercare di contribuire al dialogo, ma anche alla comprensione del Magistero ecclesiale. Le scrivo dunque per ringraziarla infinitamente per la ruminatio-contemplatio che mi conduce a fare con i suoi scritti.

Le scrivo per un dilemma che porto nel cuore da qualche mese. Ho letto il suo post Povera Chiesa! Poi il Papa ha incontrato in tre mesi ben tre delegazioni ebraiche, l'ultima stamani... Compro L'Osservatore Romano e medito su quello che il Papa dice. In tutti e tre i testi pronunciati dal Santo Padre alle tre delegazioni in nessuno si parla di Gesù Cristo. Parla di Dio, sí, ma relegato esclusivamente al rapporto della "Prima Alleanza", come spiegava lei dei pericoli di questa frase in altro articolo. Non vi è un accenno del Papa alla Nuova, nessun riferimento a Gesù. E resto confusa! Poi leggo la lettera del Papa ai vescovi nella quale ringrazia gli Ebrei per averlo difeso e per aver capito. Ma come, sono stati proprio loro a far scattare il meccanismo mediatico contro la scelta del Papa. Come fa il Papa ad ammettere prima lo sbaglio di aver sottovalutato internet, dove le notizie arrivano prima e lui era all'oscuro di tutto, e poi a ringraziare gli Ebrei per averlo difeso?

Padre Giovanni, che cosa sta succedendo? Io potrò anche non capire molte cose, sono una pecorella che non senza fatica è riuscita a crescere, con un marito ateo ed anticlericale, due figli nella fede cattolica; abbiamo superato i travagli giungendo oggi a 25 anni di matrimonio a settembre sempre perché ho confidato nel Signore, ringraziandolo per tutto ciò che mi ha mandato di buono e di non buono. Il Signore mi ha messo nel cuore una passione infinita per la Chiesa e per il Papa, mi innamorai cosí di santa Caterina da Siena, grazie all'insegnamento di padre Raimondo Spiazzi (lei che è stato all'Angelicum forse l'avrà anche incontrato) e delle Suore Domenicane di Madre Lalia; amo il Papa a tal punto che mio marito ne diventò un periodo anche geloso; temeva che gli togliessi qualcosa a lui; ci volle la santa pazienza per fargli capire che si sbagliava. L'anno scorso ho avuto un infarto mentre il Papa era in America, ed io con il Rosario ogni giorno pregando sempre: "Signore prendi me, ma dai forza al Papa; la mia vita, che ti costò tanto Sangue prezioso, per la sua; proteggilo!". Sembra avermi preso in parola, sono stata operata ed ho chiesto ai medici di non togliermi dalle mani il Rosario. Il Signore ha voluto forse solo mettermi alla prova, ma questa passione è aumentata.

Ed oggi soffro ancora di piú perché non comprendo questa linea che ci sta portando ad un sincretismo delle fedi. Forse non è certo questa l'intenzione del Papa, ma è questo che la gente dice e non solo su internet, ma anche fuori. Io sono a Varese, diocesi milanese, ambrosiana, e la voce del Papa qui proprio non arriva; si vive fuori dalle questioni ecclesiali; nelle parrocchie si vive esclusivamente per sé stessi. Ho abitato in sei regioni italiane, ergo sei parrocchie; non mi sono mai tirata indietro per quello che ho potuto, ma ho veduto tanti di quegli abusi e di sacrilegi eucaristici che non so ancora come possa il Signore sopportarci tanto a lungo. Fino a dieci anni fa credevo che tante cose che facevo e mi facevano fare fossero normali. "È il Concilio", mi dicevano; ed un giorno mi ritrovai quasi a fare una Messa concelebrata. Solo dopo mi resi conto che era tutto un abuso, ed ho pianto! Non ho mai "invidiato" la posizione tradizionale della FSSPX, perché ho sempre amato ed amo il Magistero ininterrotto dei Pontefici. Leggendo loro ed applicando ciò che scrivono ed hanno scritto, ci si risparmierebbe molta inutile guerriglia. Tuttavia devo riconoscere che mi venne insegnato ad odiare i tradizionalisti; non dimenticherò mai quando ero ad Ancona e all'epoca c'era come vescovo proprio Tettamanzi, oggi qui a Milano; al termine di un incontro con noi domenicani, ci trattenemmo per lo scambio di due parole, e qualcuno gli domandò della FSSPX, e lui rispose: "Per carità, quelli sono il fumo di Satana a cui alludeva Paolo VI, con questa scomunica ce ne siamo liberati per sempre, bisogna evitare che attecchiscano nelle nostre diocesi". Detto da lui, gli credetti. Poi il tempo, la conoscenza seppur indiretta e l'insegnamento di Ratzinger sulla liturgia e le prime ammissioni di una interpretazione falsa dei testi del Concilio, cominciarono ad aprirmi gli occhi, e cominciai a soffrire.

Mi perdoni, forse mi sono dilungata anche troppo; ma forse lei può comprendere un po' quale tipo di inquietudine mi anima. Delle volte mi chiedo: a cosa mi serve la conoscenza dei Padri, le storie dei Santi Fondatori, le Lettere di santa Caterina da Siena ai Papi, ai laici se oggi le pastorali dei vescovi e un certo atteggiamento del Papa non convergono ma al contrario tendono ad opporsi?

La conosce la storia del Rabbino di Roma convertitosi per l'amicizia che aveva con san Pio V prima che diventasse Papa? E conosciamo la storia di Zolli, Rabbino di Roma convertitosi grazie certamente anche all'amicizia che aveva con Pio XII. Giovanni Paolo II ha baciato il corano in pubblico, e dentro vi è scritto che Gesù non è il figlio di Dio e che la Trinità non esiste. Gli ebrei sono nostri fratelli maggiori, verissimo per certi aspetti testamentari, ma non per quelli sacramentali, a tal punto che a questo punto perché mai un ebreo dovrebbe convertirsi? Infatti Pio XII che ha vantato l'amicizia di un solo ebreo, questi si è convertito a Cristo; Giovanni Paolo II che ha vantato l'amicizia di centinaia di ebrei, nessuno di loro ha voluto riconoscere Cristo. Benedetto XVI, in tutti gli ultimi incontri con gli ebrei usa la politica corretta e tace su Gesù Cristo. E così, perché un protestante dovrebbe convertirsi ad accettare il Papa, se il Papa stesso lascia intendere che ognuno sta bene dove sta, basta che si rivolga a Cristo? Giustamente egli invita noi a non stancarci di portare Cristo nel mondo, ma se lui tace del Cristo quando incontra gli ebrei cosa dovremo pensare? Qualcuno una volta disse: la peggior forma di antisemitismo è quella di non portare Gesù, il Cristo, e la sua Parola tra gli Ebrei. È forse sbagliato?

Se nei pensieri che le ho condiviso vi leggesse qualche eresia, non l'attribuisca ad una influenza da me malamente interpretata perché leggo i suoi scritti; ciò sarebbe solo frutto della mia ignoranza su molte cose. Semmai i suoi scritti mi stanno aiutando a fare ordine a tanti pensieri che ultimamente si stanno affollando senza comunque mai intaccare la mia fede e il mio amore per la Chiesa e per il Papa, per i sacerdoti ai quali bacio le sacre e venerande mani, anche se non pochi le ritraggono, umiliandomi con rispostine ironiche, facendomi sentire ridicola, non pensando minimamente che bacio in loro le mani di Cristo; ma questo fa ardere ancora di più in me l'innamoramento alla santa Madre Chiesa.

Grazie per la paziente lettura, la ricorderò nel Rosario e continuerò a leggerla con filiale attenzione.

Caterina63


Sono io che devo ringraziare Caterina. Per il momento penso che non ci sia nulla da aggiungere; ma che ci sia solo da riflettere. Posso dire però che è a quelli come Caterina che appartiene il regno dei cieli.