giovedì 23 aprile 2009

Il Papa e la kefiah


Al di là delle preoccupazioni e delle perplessità
sul viaggio del Santo Padre in Terra Santa, questa immagine allarga il cuore, innanzi tutto perché dimostra che anche i palestinesi vogliono bene a Benedetto XVI, e poi perché è la prova che il Papa, al di là di certe opinabili decisioni dettate dalla ragion di Stato, è davvero il padre di tutti.

Ma quanto ci scommettete che questa immagine creerà non poche noie al Papa? Quanto ci scommettete che la visita allo Yad Vashem e al Muro del Pianto non saranno sufficienti atti di riparazione per questo gesto? Già immagino i titoli dei giornali israeliani, che verranno poi ripresi da tutta la "libera" stampa internazionale: "Il Papa dalla parte dei terroristi!".

Naturalmente, qualcuno penserà che sto esagerando; ma nel frattempo si legga questo articolo di Giacomo Galeazzi su La Stampa. Come potete vedere, siamo arrivati al punto che il Papa deve avere il benestare del governo israeliano per decidere chi ricevere in udienza. Notate che Mazen Ghanaim non è un rappresentante del governo di Gaza o del movimento di Hamas in esilio; egli è il legittimo sindaco di una cittadina araba della Galilea (quindi dello Stato di Israele). Ebbene, il Papa non può riceverlo, perché "è un sostenitore del terrorismo e un fomentatore di conflitti". E meno male che è in corso a Ginevra la conferenza contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l'intolleranza!