mercoledì 28 ottobre 2009

A tu per tu, sommessamente

Nel loro ultimo post, gli amici di Messainlatino.it avanzano “Due richieste al Santo Padre”. Naturalmente ciascuno è libero di chiedere ciò che vuole al Papa o a chicchessia; però vorrei, in tutta cordialità, dire due paroline sottovoce alla Redazione del blog e ai suoi numerosi lettori.

Sulla prima richiesta, nulla da eccepire: non vedrei assolutamente male che la domenica pomeriggio si possa celebrare una santa Messa in rito straordinario nella basilica di Santa Maria Maggiore, magari nella cappella del Santissimo Sacramento (dove è sepolto San Pio V: sarebbe anche un modo per venerarne la memoria).

Quel che mi fa qualche problema è la seconda richiesta. Ho notato con piacere i toni piú sfumati usati dalla Redazione rispetto a quelli usati spesso dai lettori in alcuni commenti. In questo caso si chiede “una celebrazione pubblica, o almeno assistenza da parte del Papa alla liturgia straordinaria”. Prendo atto con soddisfazione che la Redazione di Messainlatino.it si rende conto che non si può chiedere al Santo Padre: “Ma allora, quando si decide il Papa a celebrare la Messa tradizionale?”. Personalmente però ritengo che, anche in questa forma piú sfumata, la richiesta sia ugualmente un tantino sopra le righe. Perché?

Riconosco che un po’ tutti (io mi metto come primo della lista) abbiamo la tentazione di tirare il Papa dalla nostra parte. Ma si tratta, appunto, di una tentazione; e come tale dobbiamo riconoscerla e dobbiamo resistervi. Cerchiamo di capire: il Papa è, come si diceva una volta, il “padre comune”, il padre di tutti nella Chiesa; non è il leader di questa o quella corrente ecclesiale, di questo o quel movimento, gruppo o associazione. Proprio perché padre di tutti, è legittimo rivolgersi a lui con fiducia. Ma, allo stesso tempo, bisogna stare attenti a non metterlo in difficoltà.

Sappiamo benissimo quanti problemi debba affrontare ogni giorno per le sue prese di posizione, non sempre accettate da tutti. Fortunatamente, non si scoraggia e va avanti per la sua strada, con mitezza e decisione. Lasciamo però che sia lui a decidere che cosa sia meglio fare nelle diverse situazioni; non pressiamolo con le nostre rivendicazioni; non teniamogli il fiato sul collo; non tiriamolo per la tonaca dove noi vorremmo che andasse. A tirarlo troppo dalla propria parte, si rischia di rendere al Papa un pessimo servizio.

Agli amanti della “Messa di sempre” chiedo: che cosa non ha fatto Benedetto XVI, che poteva fare? Piú che pubblicare il motu proprio Summorum Pontificum; piú che istituire nella sua diocesi una parrocchia personale per i fedeli legati alla tradizione; piú che permettere a cardinali e prelati di Curia di celebrare nel rito straordinario; che altro dovrebbe fare? Già queste decisioni gli hanno attirato un sacco di critiche. Per fortuna, lui se ne infischia (anche se sappiamo che non è ad esse affatto indifferente). Ma ve lo immaginate il putiferio che succederebbe se il Papa celebrasse secondo il rito tridentino?

Dopo tutto, non bisogna dimenticare che il rito tradizionale è, nell’attuale situazione liturgica della Chiesa, solo la “forma straordinaria” del rito romano, rimanendo “forma ordinaria” il Messale di Paolo VI. Mi sembra una cosa ovvia che il Papa celebri la Messa secondo la sua “forma ordinaria”. Con questo non voglio porre alcun limite alle decisioni papali: non ci sarebbe nulla di scandaloso se celebrasse qualche volta anche secondo la “forma straordinaria”; ma questo deve dipendere esclusivamente dalla sua volontà. Non mi sembra rispettoso esigerlo da lui quasi che fosse un dovere.

Un ultimo avviso fraterno: perché voler vedere a tutti i costi, e dappertutto, malafede? Che ci siano resistenze da parte di vescovi, preti e laici, non ci piove. Ma qualche volta ho l’impressione che si scambi per “resistenze” ciò che fa parte dell’ordinaria amministrazione. Un esempio? I cosiddetti “buttafuori” al pontificale celebrato da Mons. Burke in San Pietro. Beh, scambiare gli uscieri della basilica vaticana con dei “buttafuori” che impediscono l’ingresso alla Messa tradizionale, significa non essere mai entrati in San Pietro e non aver mai fatto una visita alla cappella del Santissimo. Quei “buttafuori”, di fronte a quella cappella, ci stanno ogni giorno, e sono lí non per impedire ai fedeli di pregare, ma per difenderli dalle orde dei turisti, a tutto interessati fuorché alla preghiera. Anziché lamentarci, dovremmo essere loro grati per il servizio che prestano.